Lontana dalle cattedrali cristiane la "Sedia del Diavolo" ha sparso il terrore per secoli

#SegretidiRoma

di Rosanna Pilolli 31/05/2016 CULTURA E SOCIETÀ
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In una piccola piazza del quartiere Africano a Roma, alle spalle della elegante zona di Viale Trieste, s’innalza uno strano rudere dei tempi imperiali circondato da una cancellata: è la sedia del Diavolo. Ancora oggi  da quel sinistro monumentale relitto si sprigiona un’atmosfera magica e inquietante. Il nome del monumento e del luogo (fino agli anni ’50 del secolo scorso sulla piccola piazza gravava il nome del re delle tenebre) è dovuto alla strana forma del relitto: una gigantesca sedia di tipo vescovile: un trono isolato immerso allora in  una campagna priva di piantagioni. 

In realtà era  la tomba di Elio Calistio un ex schiavo di Adriano l’imperatore filosofo e tollerante che lo aveva affrancato rendendolo un uomo libero fornito anche delle notevoli somme guadagnate nel tempo di schiavitù (spettava infatti agli schiavi un “peculio” per le loro attività). L’ ex servitore imperiale volle farsi costruire una tomba fastosa a dimostrazione che ormai era divenuto un cittadino romano come gli altri. Lontana dalle cattedrali cristiane presto quella sedia minacciosa diventata rudere dopo il crollo della facciata, divenne nell’immaginario comune  il trono di Satana.. Al suo interno tuttavia si riparavano i pastori,  i vagabondi e i diseredati. Accendevano nella notte i fuochi per scaldarsi e i bagliori rossastri delle fiamme avvaloravano la convinzione che il rudere fosse davvero la “sedia del diavolo”. Il luogo diventò  effettivamente maledetto. Per la sua oscurità  fu presto frequentato dalle prostitute di strada e dai loro protettori.  Un luogo nel quale continue erano le urla delle  risse, Molte giovani donne che si vendevano trovavano la morte sgozzate da clienti che non erano in grado di pagarne le prestazioni, dai loro stessi protettori o dai giovinastri che non temevano la fama sinistra della “sedia” Né  si contavano inoltre le esecuzioni dovute a regolamenti di conti fra le diverse fazioni che infuriavano nella città durante il medioevo e nei secoli del Rinascimento. 


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